visita effettuabile tutto l’anno
RITROVO DAVANTI ALLA BASILICA DI SAN DOMENICO – BOLOGNA durata della visita 2h30’ circa
San Domenico con alcuni confratelli arrivò a Bologna nel 1218 attirato dalla fama della sua Università e si stabilì presso la Chiesa di Santa Maria della Mascarella, che sorge nei pressi della zona universitaria. Ben presto questo luogo fu insufficiente ad ospitare i domenicani, che nel 1219 si trasferirono dove oggi sorge l’attuale Basilica di San Domenico già dal 1219 e dove il Santo morì due anni dopo. La prima pietra dell’attuale Basilica venne posta nel 1235 e fu subito dedicata al santo, canonizzato l’anno precedente.
La Basilica, anticamente circondata da un cimitero di cui restano due arche, conserva al suo interno preziosi tesori tra cui la Cappella del Santo, dove riposano le sue spoglie mortali, decorata nei secoli da grandi artisti, tra cui Nicola Pisano, Nicolò dell’Arca e Michelangelo. Splendida anche la Cappella del rosario, decorata dai migliori pittori di epoca cinquecentesca: Lavinia Fontana, i Carracci, Guido Reni e molti altri, che vanta inoltre un organo sul quale si esercitò Mozart nel 1770, durante il suo soggiorno in città. Di grande pregio sono anche il coro ligneo, completato nel 1551 su disegno di Fra Damiano da Bergamo e completamente intarsiato e “Lo sposalizio mistico di Santa Caterina” di Filippino Lippi.
Breve trasferimento in piazza Santo Stefano e visita della Basilica. : La Basilica, ha una lunga storia che parte dall’inizio del IV secolo, dalla sua fondazione, attribuita tradizionalmente a san Petronio, ottavo vescovo di Bologna, che portò dal suo pellegrinaggio a Gerusalemme la topografia dei Loca Sancta, e li riprodusse, e stabilì così un legame che dura fino ai nostri giorni fra tre luoghi odierni: la chiese di Santo Stefano, quella di San Giovanni in Monte Uliveto, e la piccola piazza che oggi è uno slargo dove via Farini e via Santo Stefano si biforcano. Qui tra l’altro sorgeva la piccola chiesa dedicata a santa Tecla, allieva di san Paolo, considerata protomartire femminile, che riscosse vive devozione in Bologna, proprio sulla scorta della predicazione che ne fece sant’Ambrogio. La chiesa fu abbattuta nel 1798.
Le origini di questo complesso risalgono all’epoca di Sant’Ambrogio, quando, dopo la libertà di culto concessa da Costantino nel 313 e dopo che rapidamente il cristianesimo era divenuto la religione ufficiale, già i cristiani avevano mostrato di aver bisogno di essere rinsaldati nella fede e nei buoni costumi, e per questo si volse l’attenzione ai protomartiri santi Vitale e Agricola, rispettivamente servo e padrone. Furono martirizzati all’epoca di Diocleziano nel luogo dove era l’arena (dove oggi si trova la chiesa dei Santi Vitale e Agricola in Arena, in via San Vitale) e i loro resti – dato che al tempo le autorità non facevano distinzione fra cristiani e giudei – furono inumati nel cimitero giudeo: le reliquie, riconosciute per i segni ancora evidenti del martirio, furono traslate dal cimitero giudeo-cristiano a est dell’abitato, e opportunamente messe in onore nel 394 alla presenza di Sant’Ambrogio arcivescovo di Milano, di cui Bologna era diocesi suffraganea, e del Vescovo di Bologna, Eustasio.
Come si legano Stefano, Petronio e i nostri tempi? Scoprilo con la nostra visita.
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Visita effettuata alla mattina o al pomeriggio – Visite guidate
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